INTRODUZIONE AL CONVEGNO UNITE INSIEME A SERVIRE SUA DIVINA MAESTÀ
Valeria Broll, presidente della federazione
Su ciascuna di noi, su ciascuna/o di voi, scenda abbondante la benedizione di S. Angela nostra carissima Madre. Saluta e benedice ognuna di noi, ma desideriamo sia benedizione e grazia per Francesca presente in sala e per Martina che ci segue online, due sorelle italiane che si approcciano alla Compagnia per capire cosa il Signore desidera fare della loro vita e cosa loro sono disposte a ricevere e a dare. Altre sorelle collegate con noi vivono questo desiderio e ad ognuna auguriamo di percepire con chiarezza e verità la strada che il Signore ha pensato per la loro gioia.
Non c’è spinta migliore, per percepire e conoscere la chiamata, se non vedere “come si amano” (Atti degli Apostoli) come vivono “l’Unite insieme” (S. Angela) come la secolarità è una missione che esprime passione per Dio e per ogni uomo e donna nell’ordinarietà della vita. Questa partecipazione al convegno e l’accostarsi a persone che già da tempo sperimentano questa vocazione, alimenta e rinnova la nostra/vostra chiamata, che si concretizza nel trasformare tutto a lode e a gloria di Dio, trasfigurare il mondo, (luogo della nostra specifica vocazione) attraverso la propria conversione quotidiana al Vangelo, attraverso l’invocazione e l’ascolto dello Spirito che fa nuove tutte le cose. Questa è proposta e animazione vocazionale. Questo è uno specchio per riflettere l’immagine della Compagnia, delle sue appartenenti, della consacrata secolare nel carisma di S. Angela.
Vivere ogni giorno la nostra vocazione (relazione con Gesù unico tesoro, comunione e fraternità, missione e dono), non è frutto delle capacità, dell’impegno, dello sforzo e della determinazione umana, ma frutto di un Dono ricevuto gratuitamente da Dio nel Battesimo e alimentato nella Chiesa e sparso a mo’ di seme nei solchi della storia. Angela ci dice: “Dovete ringraziarlo infinitamente che a voi specialmente abbia concesso un dono così singolare”.
La preghiera di ringraziamento, lo sguardo da sentinella, l’ascolto paziente e umile del discepolo è la beatitudine evangelica che ci permette di camminare nella vita con le ali ai piedi e realizza/invera quanto il salmista recita: “Lungo il cammino aumenta il suo vigore”. Questo vale per chi è in ricerca e per chi ha molti anni di consacrazione nella Compagnia. Camminare … non stare fermi. Alzati e cammina… Sorgi, o tu che dormi… Vieni fuori… lascia la tua terra e va’…
Tutte siamo qui sotto lo sguardo di S. Angela, perché ogni parola detta e ascoltata, ogni gesto di fraternità condivisa sia luce che illumina la nostra vocazione e missione, sia rugiada che rinfresca e rigenera la nostra appartenenza a Cristo, alla Chiesa e all’Istituto, sia sale che dà sapore e gusto ad ogni cosa e situazione che viviamo, sia lievito che ci permette di assaporare il pane che per noi viene spezzato dai relatori, per “saziarci” e riprendere, poi, il cammino. (un po’ come l’esperienza del profeta Elia nel deserto).
Tutte siamo qui in presenza e/o connesse davanti allo schermo, con un bagaglio di vita che si è fatto un po’ pesante in questi due anni di pandemia… pesa la solitudine, pesa l’inerzia, la pigrizia, la paura, l’incertezza, le parole che si sormontano nel rendere lo scenario del mondo abbastanza cupo e oscuro, le parole che hanno fiato corto e vendono speranze illusorie o prive di speranza alcuna. Parole che esprimono premura per la salute dei cittadini, ma poi per l’economia si fanno scelte che scavalcano la fame dei poveri e la sete di senso che ogni cuore umano percepisce e anela. Si parla di giustizia e si cavalca l’ingiustizia… è l’avversario nostro, il diavolo, lui che non riposa mai, ma come leone che rugge, guata e cerca in qual modo possa divorare qualcuna di noi, e con sue vie ed astuzie tanto numerosi che nessuno le potrebbe contare. (Prologo Regola). Siamo tutte/i nella stessa barca, ma non ci consola questo, ciò che ci consola e conforta è che al timone di questa barca c’è il Signore, il Signore della storia, Sua divina Maestà in persona, perché con l’Incarnazione questo Re si è fatto piccolo come noi e con noi e per noi continua ad abitare questo nostro mondo, questo nostro mare turbolento, questi nostri cuori turbati ed affranti. Lui è sulla nostra barca e gli importa molto la nostra sorte, gli importa molto che non ci disperdiamo e affoghiamo nelle acque del mondo con i suoi inganni e pericoli, dove perfino l’acqua, l’aria e la terra si armano contro di noi con i disastri ecologici e umani.
Nonostante tutto questo, siamo qui, riunite in convegno. L’abbiamo voluto, desiderato questo convegno, anche se è diventato difficile crederci fino in fondo che si potesse realizzare, causa la situazione di pandemia che non ci lascia tregua e non ci lascia ancora tranquilli e sereni nel vivere e progettare iniziative d’incontro, delle quali sentiamo il bisogno e l’urgenza! Purtroppo il ritrovarci in presenza è stato limitato alle Compagnie italiane perché era ed è tuttora incerto il convenire da paesi europei e da altre parti del mondo; ma se la pandemia ha bloccato ogni incontro e ogni movimento, una cosa ci ha insegnato: utilizzare maggiormente, e a volte unicamente, i mezzi tecnologici: collegamenti online. Questa è una grande risorsa che utilizziamo anche noi per unirci con tutte le sorelle di Compagnie e Gruppi sparsi nel mondo.
Benediciamo il Signore: benediciamo e ringraziamo il Signore perché siamo qui, stanche del viaggio, ma pronte a metterci in strada e fare un altro viaggio: il viaggio del cuore, della mente, dello spirito, della comunione/fraternità, dell’Unite insieme. “Venite in disparte e riposatevi un po’ ” ci dice il Signore e noi lo seguiamo e ci alimentiamo della Sua Parola, della Sua compagnia nei momenti di preghiera liturgica comunitaria, della parola dei relatori e delle suggestioni che loro ci proporranno attraverso immagini e racconti. Stiamo insieme per confrontarci, ascoltarci, per poi aprire orizzonti nuovi alla nostra vita personale, di Compagnia e di Istituto.
Mons. Tessarollo all’Assemblea ordinaria del 2018 ci diceva: C’è sempre da interrogarsi per cercare di capire come le Compagnie possono vivere meglio oggi il carisma mericiano e quali ulteriori cambiamenti richiedano oggi la Chiesa e il nostro tempo alla Vita consacrata nella secolarità, nelle varie realtà mondiali. Non abbandonare il criterio e la fiducia che ci ha dato Gesù: “vino nuovo in otri nuovi”! […] Occorre proporre senza paura quegli ideali che aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo con determinazione e lungimiranza. Mi sembra che queste parole riassumono bene il nostro impegno e la nostra partecipazione al convegno e s. Angela, nostra madre e maestra, ci esorta con queste parole: “Cerchiate e vogliate tutti quei mezzi e quelle vie che sono necessarie per perseverare e progredire fino alla fine.” (Prologo) La nostra presenza qui, dice che questa ricerca e questa volontà c’è in voi, in ognuno di noi, e sentircelo richiamare da s. Angela ci fa bene.
Cercate e vogliate: mettiamo in azione quindi ogni facoltà della nostra persona: Cercate… dobbiamo svegliare l’interesse, la curiosità di conoscere, di capire, di sperimentare, di vedere, di ascoltare….
Vogliate… rafforziamo la volontà e la usiamo per non perdere nulla di quanto ci viene offerto.
Le parole che ricorrono in questo convegno saranno “comunione, sinodalità, identità, missione, discernimento, corresponsabilità, autorità…” Tutto questo per essere donne e sorelle, “presenti al nostro presente”. L’essere qui, non è un’illusione per dimenticare le fatiche del quotidiano, non è una parentesi per dimenticare per un po’ la vita frenetica o in solitudine che facciamo, ma è un tuffarci nel cuore della Trinità dove tutto ha avuto il suo inizio e in cui tutto, avrà il suo compimento.
“Nel nome della Santissima Trinità.” In questo nome, s. Angela inizia a mettere i fondamenti della Compagnia scrivendo la Regola. Nel nome della SS. Trinità inizia e termina ogni nostra preghiera, nel nome della SS. Trinità segniamo tutti i giorni il nostro corpo con il segno della croce per esprimere appartenenza e ricordarci da quale famiglia proveniamo. È a questa famiglia che in questi giorni vogliamo guardare: alla famiglia di Dio. In questa famiglia trova significato, senso e valore tutto ciò che compiamo, tutto ciò che celebriamo tutto ciò che siamo: figlie, sorelle e spose. In questi giorni di convegno innalziamo lo sguardo al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo per purificare i nostri occhi da tutte le ombre, da tutte le pagliuzze o le travi che lo rendono miope o strabico. Facciamo attento l’orecchio per percepire il soffio, la brezza leggera dello Spirito, la Parola del Figlio
Primogenito, e la voce del Padre. Apriamo il nostro cuore all’incontro, all’accoglienza di questa “famiglia speciale”: la Trinità; perché ogni nostro passo, ogni nostra scelta, ogni nostra azione proceda dal Padre, segua le orme del Figlio e sia sospinta dalla forza e dalla consolazione dello Spirito Santo. Innestiamo la nostra vita in questo vortice d’Amore, per essere come il Padre ci vuole: figlie che si lasciano amare e che amano, figlie che nel Suo Figlio diventano sorelle e spose, figlie che si lasciano avvolgere e trasportare dall’unica forza creativa e vitale: lo Spirito Santo Amore, consolatore, sollievo, riparo, conforto…
Lo Spirito Santo opera in tutti, dice san Paolo. Con questa certezza abbiamo inserito nel convegno dei tavoli di lavoro dove ogni gruppo si confronta su specifiche tematiche per poi convogliare tutto nella Comunione: unite insieme a servire sua divina Maestà.
Per vocazione, siamo donne, con un compito preciso: custodire il carisma, interpretandolo e vivendolo, “Tenere l’antica strada ma fare vita nuova”. Il carisma è una sorgente che non si esaurisce e non si inaridisce dopo esserci accostate e abbeverate a questa fonte, perché è acqua sorgiva che viene direttamente dallo Spirito. Sta a noi però la responsabilità di mantenere “quest’acqua fresca” e a disposizione della vita, per la vita di molti fratelli. Il carisma è dono per l’oggi. Dono per la vita del mondo se noi imbeviamo la vita di Vangelo come ha fatto S. Angela. Per vocazione siamo donne, non preoccupate per un auto- preservazione, ma donne sempre in uscita, capaci di generare vita, di cercare la verità, di discernere e orientare tutto e tutti verso il bene e il bello. Vogliamo essere donne dai desideri grandi, dalla volontà forte. Donne capaci di capire che con Dio nel cuore si riesce a compiere cose nuove, come s. Angela.
“E adesso, dunque, di grazia, state tutte attente, con cuore grande e pieno di desiderio”. (Prologo Regola). Questo l’augurio che ci facciamo reciprocamente nell’avviarci a vivere l’esperienza del convegno: “Unite insieme a servire sua divina Maestà”.
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